A.C. 715-B
Grazie, Presidente. Non voglio sottrarre tempo alla discussione generale che riguarda un provvedimento tanto atteso, sul quale c'è stato un percorso molto lungo, anche in questo caso iniziato nella precedente legislatura; mi permetta, però, di incominciare con un ringraziamento al presidente della Commissione Affari costituzionali, l'onorevole Nazario Pagano, che ha deciso di affidare in maniera forse anche un po' inconsueta il ruolo di relatore a me e a un collega della maggioranza, l'onorevole Alessandro Urzì. Oggi sono qui anche a rappresentare naturalmente quest'ultimo, proprio a dimostrazione del fatto che questa proposta di legge – nata, come dicevo, nella precedente legislatura e arrivata all'ultima lettura utile, che purtroppo non si verificò per lo scioglimento delle Camere - fin dal primo istante, ha agito in maniera istituzionalmente trasversale.
L'idea di porre al centro dell'attenzione e della riflessione del Parlamento una necessaria modifica alla Costituzione nel tentativo di riconoscere il ruolo dello sport nacque nella primavera del 2020, proprio in un momento forse fra i più drammatici della storia del nostro Paese e, naturalmente, fra i più drammatici della storia dello sport. Proprio in quel momento, quando lo sport si fermò, apparve evidente la centralità dello sport per le politiche del nostro Paese e per il suo valore. Un valore tangibile naturalmente, misurabile anche in termini di PIL e di economia che genera, e un valore altrettanto importante, definiamolo intangibile; quel valore educativo, quel valore sociale e quel valore di promozione del benessere psicofisico che sono poi diventati proprio l'oggetto del testo della modifica all'articolo 33 che siamo chiamati a valutare.
Nacque in quel momento, nella primavera del 2020, un lavoro di confronto fra forze politiche. In quel momento io non ero parlamentare, ma ricordo dopo pochi mesi una riunione credo decisiva presso il CONI, voluta anche da forze esterne al Parlamento. Mi piace ricordare, in questa occasione, il lavoro di un'associazione che si chiama Cultura Italia, che ha uno spin off che si chiama Sport Italia, la quale convocò, proprio nella sede del CONI, tutte le forze politiche. Ci fu una partecipazione assolutamente allargata, anche degli organi istituzionali dello sport, quali il CONI e gli enti di promozione sportiva. Si percepì in quel momento – ripeto, siamo ancora fuori dal Parlamento - che quella volontà fosse veramente comune. E il lavoro parlamentare nella precedente legislatura fu molto rapido. Si identificò rapidamente la collocazione e si scelse l'articolo 33. Non entro nei dettagli - lo farò mercoledì, in occasione delle dichiarazioni di voto - ma la scelta cadde sull'articolo 33 che fu preferito all'articolo 9, che era stata una prima idea, seguita da un'analisi dell'articolo 32 (che avrebbe avuto ovviamente senso), che difende e tutela il diritto alla salute e alle cure. La scelta fu, dunque, quella dell'articolo 33, che parla meravigliosamente di arte e di scienza. Ecco, permettetemi una piccola digressione professionale, da allenatore o da ex allenatore: che lo sport sia arte e scienza mi entusiasma.
Poi, altrettanto rapidamente, si arrivò a identificare il testo che è lo stesso che saremo chiamati a valutare. Un comma che, in chiusura dell'articolo 33, reciterà: “la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale, di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”. Ripeto: non entro ora nel merito di questa declinazione e di questi tre valori che la Repubblica si impegna a riconoscere nella sua Carta costituzionale - il valore educativo, il valore sociale e il valore di promozione del benessere psicofisico – ma mi piace sottolineare che per quelle imponderabili traiettorie della vita, domani, in quest'Aula, celebreremo il settantacinquesimo anniversario dall'approvazione della nostra Carta costituzionale. Ospite sarà Bebe Vio, straordinaria atleta, fonte di ispirazione per tutti noi, e sono certo che lo farà anche domani.
Ebbene, il giorno seguente saremo chiamati - lo ricordo, ci tornerò fra breve, con la necessità dei voti dei due terzi dei rappresentanti della Camera - a migliorare, anche se questo verbo suona quasi irriverente rispetto alla Carta costituzionale, ma diciamo quantomeno ad attualizzare la Carta costituzionale riguardo a questa materia, per attualizzare e ricondurre nel riconoscimento della Costituzione quel valore che lo sport oggi rappresenta e quindi, in questo senso, migliorare e attualizzare il lavoro dei nostri padri e delle nostre madri costituenti, che fecero un lavoro naturalmente straordinario, ma in un momento storico diverso da quello che oggi viviamo. Sono certo, diciamo fortemente ottimista che lo faremo; nelle tre letture della precedente legislatura la proposta ottenne una stragrande maggioranza di voti positivi; in questa legislatura il percorso è stato netto: mai alcun voto contrario, né in questa Camera, né al Senato; nelle due letture già effettuate al Senato voto unanime; qui, senza alcuna astensione, lo scorso 4 aprile, in occasione della prima lettura del provvedimento. Sottolineo questo passaggio perché, per quanto riguarda le caratteristiche specifiche della seconda deliberazione di una proposta di legge di revisione costituzionale, ricordo che, in base all'articolo 138 della Costituzione, tale legge è adottata da ciascuna Camera con due successive deliberazioni, a un intervallo non minore di tre mesi e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. La legge stessa è sottoposta a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla sua pubblicazione, ne faccia una domanda un quinto dei membri di una Camera o 500.000 elettori o 5 consigli regionali, mentre non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata, nella seconda votazione, da ciascuna delle Camere, a maggioranza appunto di due terzi dei suoi componenti.
In merito, il Regolamento della Camera prevede anzitutto, all'articolo 98, che, quando il progetto di legge costituzionale trasmesso dal Senato nello stesso testo già adottato dalla Camera, l'intervallo di 3 mesi per procedere alla seconda deliberazione decorre dalla data della prima deliberazione della Camera che, nel caso di specie, risale – come dicevo - al 4 aprile 2023, quindi i tempi sono maturi per procedere con l'esame in seconda deliberazione. Inoltre, l'articolo 99 del Regolamento della Camera precisa che, ai fini della seconda deliberazione, la Commissione competente riesamini il progetto nel suo complesso e riferisca all'Assemblea, che procede alla discussione sulle linee generali, per poi passare alla votazione finale, senza discutere gli articoli, non essendo ammessi emendamenti, né ordini del giorno, né richieste di stralcio di una o più norme. Infine, l'articolo 100 del Regolamento dispone che, se il progetto è approvato con la maggioranza dei due terzi dei componenti della Camera, il Presidente ne fa espressa menzione nel messaggio agli effetti del terzo comma dell'articolo 138 della Costituzione, ovvero dell'entrata in vigore della modifica senza che sia possibile sottoporlo a referendum. In merito, faccio presente che il Senato ha approvato, in seconda deliberazione, la proposta di legge costituzionale con 170 voti favorevoli e 1 astenuto. Se anche in questa Camera, dunque, si raggiungesse la maggioranza dei due terzi dei componenti la modifica dell'articolo 33 della Costituzione potrebbe entrare in vigore e credetemi - e chiudo, e lo dico e lo ribadisco, non da parlamentare, non da persona che oggi si occupa di politica dello sport, ma da uomo che ha dedicato la sua vita allo sport, mercoledì sarà un giorno epocale per la storia dello sport nel nostro Paese.